Employer Branding
Employer Branding: come migliorarlo per coinvolgere i dipendenti?
Tempo di lettura: cornetto e cappuccino 🥐☕️
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Cosa dicono i dati sull'employer branding relazionato alla reputazione di un'azienda? Alcuni risultati sono sorprendenti. Secondo una ricerca condotta da esperti e mostrata dal sito ThriveMyWay, l’84% dei dipendenti valuta con attenzione la reputazione e l’employer branding prima di scegliere in quale azienda lavorare.
Quindi, i migliori talenti valutano con attenzione quest’aspetto e lo analizzano attraverso testimonianze di dipendenti, cura dei profili social, strategie di marketing e valori comunicati dal brand.
Inoltre, il 53% delle imprese che hanno partecipato alla ricerca hanno affermato di voler investire più risorse in Employer Branding se avessero un maggiore budget a disposizione. Tale statistica non deve stupire perché è naturale che, vista la sua importanza, sempre più aziende decidano di migliorare questo fattore.
Ci sono diversi vantaggi nell’avere un buon Employer Branding.
Ecco quali sono e perché sono importanti.
Ovviamente, per migliorare l'Employer Branding bisogna applicare determinate strategie. Ogni realtà lavorativa dovrebbe analizzare criticità e punti di forza e capire come muoversi per potenziare tale aspetto. Comunque, ci sono alcune strategie generiche che possono aiutare qualsiasi realtà lavorativa, naturalmente adattandole alle proprie circostanze.
La prima strategia è quella di spingere e concentrarsi su vision, mission e valori aziendali. Questi tre fattori devono essere chiari per clienti e potenziali risorse all’esterno ma anche a tutti i dipendenti che attualmente fanno parte della realtà lavorativa. Creare un senso di appartenenza e un forte legame con l’identità aziendale è una delle chiavi per migliorare l’Employer Branding.
La seconda strategia è quella di valorizzare le potenzialità dei lavoratori. Tutti i dipendenti dovrebbero avere strumenti a disposizione per migliorare le loro soft skills e poter crescere insieme all’azienda. Inoltre, è importante predisporre dei corsi di formazione che possano coinvolgere i dipendenti, specialmente coloro che sono “in prima linea” a contatto con il pubblico, spronandoli a uscire dalla loro comfort zone.
La terza strategia è quella di migliorare la comunicazione interna aziendale. Rafforzando questo punto è possibile potenziare l’Employer Branding e creare una sorta di “macchina perfetta” tra dirigenti e dipendenti. Ci sono diverse strategie da attuare per migliorare la comunicazione interna, bisogna solo adottare la più adatta alle proprie esigenze.
Il reparto HR dovrebbe occuparsi dell’Employer Branding. Dovrebbe identificare quali sono gli aspetti da migliorare per potenziare quest’aspetto e magari suggerire le migliori strategie da mettere in pratica.
La responsabilità degli addetti HR è anche quella di migliorare le condizioni lavorative e capire come l’Employer Branding può essere il collante per rendere il team unito e performante.
In alternativa, nelle PMI, se non c’è un reparto HR può essere il titolare dell’impresa a prendersi questa responsabilità. Può farlo in prima persona o nominando un responsabile ma è importante un confronto con i dipendenti a contatto con il pubblico che possano esprimere feedback e pensieri utili.
C'è anche da dire che ultimamente si tratta di un'attività di cui si occupa sempre più spesso anche il team marketing proprio perché può avere un impatto molto importante sulla percezione del brand se gestito in modo corretto. Sono celebri gli esempi di dipendenti che, a fronte di una mancata definizione delle attività, ha compromesso l'immagine aziendale.
Sono 3 gli elementi essenziali da valutare per potenziare l’Employer Branding dell’azienda. In molte realtà hanno già sfruttato appieno questi elementi e hanno ottenuto diversi vantaggi. Ecco quali sono e come impiegarli nella propria strategia.
Qualcuno potrebbe confondere Employer Branding e Brand Reputation. Nulla di più sbagliato. Le due cose sono differenti ma possono essere complementari. Infatti, secondo una ricerca Glassdoor, il 50% dei dipendenti non vorrebbe lavorare per un’azienda che ha una cattiva reputazione.
Questo significa che bisogna migliorare costantemente la reputazione della propria azienda, associando l’Employer Branding, ovvero identificare la propria impresa come un ottimo luogo di lavoro. Se si riescono a collegare questi due aspetti, diversi ma simili allo stesso tempo, allora si può proseguire verso il successo.
Come abbiamo accennato prima, l’Employer Branding può essere legato anche al Marketing. Come detto prima, una strategia essenziale è quella di promuovere i propri valori, magari sfruttando la presenza online.
Come conseguenza, questo modo di agire permette di attirare talenti ma anche far avere un’immagine positiva ai potenziali clienti. Se si sfrutta l’Employer Branding per attuare una strategia di marketing che punti sulle garanzie e la professionalità che l’azienda può dare, i risultati possono essere sorprendenti.
Dunque, può essere utile far lavorare i reparti che si occupano di questi aspetti, quello dell’HR e quello del marketing, così da creare una soluzione che possa trarre il meglio da entrambe le parti.
In definitiva, l’Employer Branding è un fattore da curare con diligenza e in modo costante. Se non lo si è fatto prima, non occorre preoccuparsi.
Non è mai troppo tardi per decidere come potenziare questo aspetto e come poter migliorare la propria reputazione sia all’interno che all’esterno della realtà lavorativa.
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