Onboarding aziendale: come programmarlo? Esempi e strategie utili

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I neoassunti in azienda devono passare per un processo di onboarding: fare ciò potrebbe assicurare un futuro di successo ed ecco perché è importante comprendere quale strategia adottare.

L’onboarding aziendale è fondamentale per un’azienda che vuole assumere nuovi talenti e vuole sviluppare un team vincente in grado di raggiungere obiettivi importanti.

Con il termine onboarding si intende una sorta di percorso che una nuova risorsa compie in fase di assunzione: in questo percorso il potenziale candidato imparerà mission, valori, cultura e tecniche del business.

Ecco come poter sviluppare un onboarding aziendale di qualità, programmandolo in modo adeguato ogni volta che occorre assumere o attrarre dipendenti di talento.

In questo articolo parleremo di:

  1. Perché occorre fare onboarding aziendale oggi?
  2. Onboarding aziendale: quali domande farsi prima di strutturarlo?
  3. Programma di onboarding: come si sviluppa?
  4. Strumenti per fare onboarding: quali sono e come possono essere utili?
  5. Esempi di onboarding: come capire la strategia da applicare in modo pratico
  6. Onboarding vantaggi: ecco a cosa porta un buon programma

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1. Perché occorre fare onboarding aziendale oggi?

Ci sono delle ragioni precise per fare onboarding aziendale oggi. Non si tratta di un semplice trend ma di un’operazione che può portare grossi vantaggi nel team.

A conferma di questa tesi ci sono dati e statistiche che dimostrano gli effetti positivi dell’onboarding.

  • Secondo una ricerca del gruppo Brandon Hall, il tasso di fidelizzazione dei dipendenti migliora dell’82% e di conseguenza si può avere una produttività maggiore del 70%.
  • Una ricerca di Wynhurst Group dimostra che con un buon onboarding aumentano del 58% le possibilità che un dipendente di talento rimanga all’interno dell’azienda.
  • L’Academy of Management Journal ha affermato che l’onboarding e i primi 90 giorni in azienda sono fondamentali per stabilire un rapporto duraturo con colleghi e dirigenti, migliorando l’ambiente lavorativo e il benessere per tutti.

Da questi dati si può arrivare a una conclusione ben precisa: il processo di onboarding è un must per tutte le aziende, in particolare per quelle che guardano al futuro e vogliono migliorarsi costantemente.

2. Onboarding aziendale: quali domande farsi prima di strutturarlo?

Prima di capire come programmare e strutturare un onboarding aziendale, bisogna farsi alcune domande. Procedendo così si possono anticipare i bisogni di una nuova risorsa che si sta avvicinando al mondo aziendale.

La prima domanda da farsi è quando far partire l’onboarding aziendale. Proprio così, bisogna capire al meglio quando far avvicinare i potenziali nuovi dipendenti a questo processo. Inoltre, è bene comprendere quanto deve durare tale percorso.

Bisogna anche chiedersi cosa dovrà conoscere la risorsa della cultura aziendale. Ancora, è importante chiedersi quale impressione vuole trasmettere l’azienda.

Infine, bisogna chiedersi quali parametri e metriche prendere in considerazione per valutare l’efficacia del processo di onboarding. Grazie a questa sorta di auto-esame, si potranno avere le linee guida per creare una strategia accurata e programmare un sistema efficiente.

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3. Programma di onboarding: come si sviluppa?

Un programma di Onboarding deve rispondere alle domande fatte nel paragrafo precedentemente ma deve anche svilupparsi seguendo un preciso schema.

Il primo passo è quello di preparare tutto per far partire l’onboarding. Questo significa preparare la parte burocratica per l’inizio del percorso per le nuove risorse ma non solo.

Infatti, bisogna anche preparare i dipendenti che già lavorano nell’azienda, magari organizzando un incontro con loro, rendendoli partecipi di tale esperienza. Può essere una buona idea anche quella di inviare una mail di benvenuto ai nuovi partecipanti e una mail di reminder ai colleghi che li accoglieranno.

Bisogna poi prepararsi per il secondo passo, quello relativo all’accoglienza del potenziale talento. Qui inizia in modo concreto il processo di onboarding in azienda e l’obiettivo principale è quello di evitare situazioni imbarazzanti e inadeguate.

Questa fase del programma di onboarding va avanti per diversi giorni e occorre prestare attenzione a diversi punti come offrire al nuovo dipendente orientamento e formazione, definire i risultati da raggiungere, invogliare la coesione tra i membri del team e condividere i valori e la cultura aziendale.

Infine, il programma di onboarding aziendale continua anche dopo la sua conclusione. C’è infatti una fase post-onboarding nel quale chiedere feedback e follow-up alla nuova risorsa, considerando anche di inserirla in programmi di formazione o stabilire una strategia di reverse mentoring.

Onboarding aziendale: in quante e quali sfide si divide?

Per riassumere come preparare un onboarding, si possono identificare quattro fasi diverse.

  1. Fase preparatoria: ovvero la fase dove si preparano gli altri membri del team e si completano i dettagli burocratici.
  2. Fase di accoglienza: i nuovi talenti vengono accolti all’interno dell’azienda e viene mostrato loro l’ambiente di lavoro con relativi metodi. Vengono iniziati alla cultura aziendale e al ruolo da svolgere per raggiungere determinati obiettivi.
  3. Fase di socializzazione: creazione di occasioni e incontri di formazione per far integrare al meglio i nuovi arrivati con il resto del gruppo.
  4. Fase propositiva: i responsabili del programma di onboarding monitorano i risultati delle neo risorse e le seguono nelle sue risorse.

Seguendo questo schema l’inserimento in azienda dei nuovi talenti sarà positivo e il team potrà essere coeso e unito verso il raggiungimento degli obiettivi.

4. Strumenti per fare onboarding: quali sono e come possono essere utili?

Per fare onboarding in azienda ci sono diversi strumenti che si possono sfruttare. Si tratta di mezzi che aiutano le nuove risorse a integrarsi al meglio nella realtà lavorativa.

Un esempio? È un’ottima idea creare un kit di onboarding che possa fornire ai nuovi candidati tutte le informazioni necessarie attraverso video, checklist e diversi modelli da compilare.

Come realizzare un kit semplice di questo genere? Una mossa consigliata può essere quella di introdurre anche le nuove risorse all’utilizzo di MobieTrain. L’app di micro-learning può essere utile anche con l’onboarding e con la prima formazione da dare ai potenziali nuovi talenti dell’azienda.

Ci sono diversi casi ed esperienze che dimostrano come MobieTrain può fare molto per i nuovi dipendenti assunti da poco da una realtà lavorativa. Per leggerne alcuni, puoi visitare l’area dedicata ai contenuti extra e alle esperienze dei clienti MobieTrain.

In alternativa, si possono preparare dei modelli da compilare così da avere una traccia del programma di onboarding delle varie risorse. Tuttavia, questi modelli vengono spessi ignorati e non è possibile avere dati completi.

Con strumenti digitali come MobieTrain invece, bastano pochi passaggi effettuati direttamente da mobile per poter ottenere statistiche e dati sul processo di onboarding.

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5. Esempi di onboarding: come capire la strategia da applicare in modo pratico

L’onboarding aziendale può essere semplice da capire in teoria, ma che dire della pratica? Ci sono alcuni esempi che possono aiutare a comprendere come si svolge un programma dedicato a questa strategia.

In settori come la ristorazione e il retail l’onboarding può servire ai nuovi dipendenti per ambientarsi nell’area di lavoro. Far fare alla nuova risorsa un tour delle varie zone del luogo di lavoro può farlo sentire a suo agio e fargli comprendere subito quali sono i suoi compiti e come potrà dare il meglio durante il suo turno.

Inoltre, in attività impegnate nel retail e nella ristorazione, è fondamentale fare squadra. Dunque, sin dal primo giorno, è importante introdurre la nuova risorsa a quelli che saranno i suoi colleghi, cercare di familiarizzare e rinnovare lo spirito del team.

Fornire formazione costante ai nuovi dipendenti in questi settori è un ulteriore elemento essenziale. Essendo a contatto con i clienti, potranno essere frequenti errori o situazioni gestite in modo non ottimale. Tuttavia, se una risorsa seguirà l’onboarding aziendale, saprà come muoversi, magari rivolgendosi a colleghi e superiori, per superare criticità e ottenere un buon risultato per l’azienda nei confronti del cliente.

6. Onboarding vantaggi: ecco a cosa porta un buon programma

Quali sono i vantaggi dell’Onboarding? Ricapitolando, se quest’attività è fatta senza errori si può godere dei seguenti benefici:

  • Aumento della produttività: i dipendenti saranno spinti a dare di più dopo essere stati assunti.
  • Miglioramento del benessere della squadra: tutti i membri si sentiranno parte di un team pronto a collaborare e a raggiungere risultati.
  • Possibilità di trattenere i talenti: i migliori talenti si sentiranno a proprio agio e condivideranno la vision aziendale.
  • Riduzione dei costi di assunzione: il rapporto lavorativo con un buon onboarding alle spalle sarà duraturo e benefico, dunque si ridurranno i costi di assunzione.

In definitiva, non resta altro che applicare le strategie di onboarding nella propria azienda e godersi i benefici di questa tecnica applicata in modo giusto.

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